lunedì 14 luglio 2014

Ho raccolto, per Te (l'essenza della mia Terra)


Tropea - Calabria
Ho raccolto, per Te,
i sapori e gli odori,
forti e appassionati,
della mia Terra:

Calabria - un campo assolato
la dolcezza salmastra della cipolla,
l’impeto irriverente del peperoncino,
l’aroma inebriante dell’origano dei nostri campi assolati,
le note insistenti e orgogliose dei pomodori
essiccati sui davanzali delle finestre,
l’essenza pungente delle collane d’aglio,
unici monili di massaie antiche e fiere,
il sentore caldo del mentastro
che permea le campagne,
intenso e instancabile come il canto delle cicale,
il balsamo resinoso che sboccia dai pini curvi
e, su tutti, il mare.

Inebriati: lo riconosci? 
È questo il profumo
che sale a Te, dalla mia pelle,
nelle notti d’estate.

                      
                                  GattaMicciola 
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Pentedattilo - Calabria

domenica 6 luglio 2014

Dell'amore e di altre stelle



Ci sono persone che attraversano la nostra vita come rari astri in un gelido cielo invernale. 

Zürich - Zurigo
 Un improvviso luccichio, dapprima quasi trascurabile, che attira la nostra svagata attenzione.

Milano - Duomo sotto la luna
E tu lo guardi sorpreso, quel bagliore che si muove, s’ingrandisce, s’avvicina puntando non a quell'albero solitario sulla collina spenta, non alle case addormentate lungo il lago taciturno, ma a te. 

Tropea - Luna fra i vicoli

Proprio te che, incredulo e già immerso in quel chiarore lunare, ti senti gridare dentro: "Prendimi! Portami via! Liberami dalla gravità terrestre che impedisce alle nostre vite di volare: voglio fondermi con te e, con te, dissolvermi nell'Universo!». 

Volo di gabbiano nel cielo zurighese

Ma la porzione di Universo che ci è dato di abbracciare non dura che la frazione di un pensiero, sufficiente per seguire quella luce che si spegne, chissà dove, lasciandoti sulla riva vuota a domandarti se quella stella non fosse altro che il riflesso, dall'acqua al cielo, di una speranza fuggita dai tuoi occhi.   

Arcobaleno sul lago di Zurigo





                                                                                                                              GattaMicciola


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lunedì 12 agosto 2013

My Cocoon a Tropea: un (gran bel) mondo fuori dal mondo

Cari Amici,

come già avete letto nel post precedente sono in trasferta vacanziera.
E non in un posto qualsiasi, bensì nella splendida Tropea.


tropea - santa maria dell'isola

























Avete presente quando si incontra un caro amico dopo un lungo periodo di separazione? 
La gioia che precede il momento dell'evento (in tedesco esiste una parola per questo sentimento, Vorfreude, cioè la gioia del prima, in italiano no... o non ancora, vogliamo creare noi un neologismo?) è tale che si è tutti elettrizzati, non si sta più nella pelle, ci si immagina come sarà riabbracciarlo, si pregusta il piacere ineguagliabile del tempo che si passerà insieme. 

Per quanto sia forte l'ebbrezza dell'incontro, però, già alla seconda occhiata il caro amico lo si è scandagliato tutto e, dopo aver notato che porta i capelli in modo diverso, che magari ha cambiato montatura degli occhiali, che anche lui come noi è in compagnia di qualche nuova ruga, basta guardarlo negli occhi per capire come lo ha trattato la vita dall'ultima volta che ci si è visti.


Bene, a me con Tropea succede lo stesso. Ogni volta che torno, dopo i primi momenti di euforia quasi accecante, ci guardiamo negli occhi e sappiamo istantaneamente se quello che c'è dentro va bene, semplicemente va perché deve andare, oppure se è proprio da rifare. Lei fa la stima dei miei danni ed io dei suoi.

Tropea - Hai ancora lavorato troppo e fatto poco sport, vero?
GattaMicciola - E tu quante nuove attività commerciali tutte uguali ti sei fatta, che già non se ne distingue una dall'altra?

Stavolta, però, Tropea mi ha fregato: mi ha detto di rilassarmi e darmi una calmata con le mie arie da gatta di città e mi ha portato da My Cocoon.

Cos`è My Cocoon? Semplice: il tuo mondo fuori dal mondo!


My Cocoon è un posto incantato nel centro storico di Tropea: un posto in cui sedersi e lasciarsi imbarazzare dalla possibilità di scelta fra 27 tipi di tè e infusioni, calde e fredde, birra artigianale e altre bevande biologiche, svegliarsi con una sana colazione o stuzzicare l'appetito con un aperitivo a base di tè, acquistare candele profumate e fatte a mano per illuminare le romantiche serate estive e riscaldare quelle invernali, trovare cibo biologico e prodotti di cosmesi naturale.


BIO-LO-GI-CO! Immaginate che stupore per una gatta che, preparandosi per la partenza, ha "bruciato" il già ristretto spazio in valigia  infilandoci prodotti bio di ogni sorta rischiando di essere scambiata, alla dogana, per una contrabbandiera del biologico!

 


Come si può immaginare pensando alla tipologia di persona che sceglie di intraprendere un cammino del genere, My Cocoon è anche uno stile di vita orientato al benessere, alla positività e al buonumore (vedi evento: sorridi alla vita), alla cultura (vedi evento: presentazione di un libro), e all'intercultura (a partire dai padroni di casa che sono spagnola lei e italiano lui!), alla creatività e al buonumore.





My Cocoon, un luogo inatteso e benvenuto che accoglie chi ha voglia di una pausa sana, in tranquillità, lontano dai fragori di un'estate spesso troppo rumorosa.
Un magico mondo fuori dal mondo nella cui tisaniera bollono idee succulente che promettono di riscaldare non solo il pancino ma anche il cuore di chi a Tropea ci vive tutto l'anno.


My Cocoon

Pagina Facebook    https://www.facebook.com/mycocoon.it 

Sito    http://www.mycocoon.it   (attualmente in costruzione)

Che dire se non - Gradite una tazza di tè?


Un saluto tutto biologico dalla vostra 
GattaMicciola al Mare


N.B. Le foto non contrassegnate dal nome del blog sono di proprietà di MyCocoon




domenica 28 luglio 2013

DIY – E luce sia! Un applique tutto shabby


Cari Amici,
 
oggi voglio inaugurare una sezione di questo blog dedicata al fai da te (do it yourself, ovvero DIY, in inglese). A pensarci bene però, molto spesso un DIY è anche un DIbM, cioè un did it by myself (= l’ho fatto io! Scusate la nota da traduttrice, non vorrei sembrarvi pedante, ma qualche anglo-repellente in giro c’è ancora…).
 
Appena mi concederò il tempo di riorganizzare la struttura del blog, farò in modo che sia possibile accedere direttamente alle singole rubriche (che per ora esistono solo nella mia testa…) e spero proprio che quella del DIY diventi ricca di idee che vi ispirino.
 
Per inaugurare questo filone tematico, tuttavia, ho deciso di aver come ospite d’onore non una creazione mia, bensì di quel gattaccio spelacchiato di mio fratello. Qualcuno forse ricorderà che vi ho già parlato delle capacità manuali e creative dei miei genitori… bene, quando i miei si sono messi a progettare il loro secondogenito, queste capacità hanno deciso di lasciargliele in eredità elevate all’ennesima potenza.
 
Non vorrei peccare di eccesso di amore fratri-felino (?), ma è così. Perché il suddetto parente è un tipo pieno zeppo di difetti, fra cui quello più grande è che tutto quello che fa gli riesce dannatamente bene. Ogni tanto provo a lustrarmi di luce riflessa dichiarando, da gatta maggiore, di averlo instradato bene da piccolo… (l’importante è crederci, no?)
Un merito, però, me lo prendo tutto: lo shabby gliel’ho inoculato io! E guardate che risultati!


come riciclare una damigiana




Ingred  ehm… Occorrente

damigiana di vetro trasparente da 5 litri
punta di diamante
piccola fiamma ossidrica
applique per tende
pietra smeriglio
tondino di ottone
gancetti (tipo quelli per i quadri a giorno)
colla a caldo
cavo elettrico
portalampada vecchio
portalampada nuovo 
piccola lamina di ferro (per tenere insieme l'applique e il cappello di vetro)
lampadina
lacca color oro antico
 

Procedimento

Incidete la damigiana lungo il perimetro con la punta di diamante. Con la fiamma ossidrica scaldate il taglio che, raffreddandosi, si aprirà da solo. Limate i bordi con la pietra, piegate il tondino di ottone per farlo aderire al bordo e fissatelo con i gancetti come in foto (incollate i gancetti con la colla a caldo). Sistemate il portalampada vecchio come tappo del fiasco, unite l’applique e il cappello di vetro tramite la lamina di ferro. Passate la lacca color oro antico con il pennello a tampone su tutte le superfici (cappello di vetro, ma anche applique e portalampada) per ottenere un effetto anticato. Installate all'interno del cappello il portalampada nuovo, fissate l'applique e collegate il tutto alla rete elettrica e… 
voila une applique magnifique et très shabby chic!


E il resto della damigiana? Se pensate che sia stato buttato via, vi sbagliate di grosso! 
Che riciclo sarebbe, altrimenti?

 
 porta frutta


L'esperimento è riuscito anche con una damigiana da venti litri, il cui fondo è diventato un acquario per pesciolini rossi…

come riciclare una damigiana da 20 litri


Ma gli usi sono potenzialmente infiniti: porta macedonia, sangria, limonata, biscotti, biglie, conchiglie, vetrini levigati dal mare, bottoni… ve ne vengono in mente altri? 
Spero di aver stuzzicato la vostra fantasia e la vostra voglia di fare!


tropea


 Un abbraccio, nonostante il caldo torrido dalla vostra

GattaMicciola al mare



giovedì 18 luglio 2013

Biscotti coccolosi


Cari Amici,

chiedo venia.

Sì, lo so, sono sparita. Già immagino i volti disperati dei miei followers (avrei voluto usare il termine italiano ma seguaci, sinceramente, mi sa un po’ di losco, non so a voi…) in piena crisi di astinenza da fusa, sogni e dolcezze… ;)

Bene, sappiate che sono pronta a farmi seriamente perdonare.

firenze


Come lo farò? Semplicemente coccolandovi.
Con dei biscottini semplici, veloci e, soprattutto, scacciasensodicolpa: il mio, per avervi trascurati per tutto questo tempo e il vostro quando li mangerete. Perché questi biscotti che, fidatevi, dolci lo sono a tutti gli effetti, non solo non contengono zucchero, ma neanche lievito, uova, latte vaccino o burro.

E cosa contengono, allora?

ingredienti
Biscotti coccolosi

Ingredienti (possibilmente bio)
110 gr farina integrale di spelta
50 gr mandorle tritate grossolanamente
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di zenzero grattugiato fresco o scorza di limone grattugiata fresca
1 latte di cocco q.b.
1 cucchiaio scarso di olio extra vergine d’oliva
miele d’acacia purissimo
granella di cocco q.b. (da spolverare sui biscotti)

biscotti coccolosi

Versate tutti gli ingredienti secchi in una terrina, amalgamateli, quindi aggiungete il cucchiaio di olio di oliva e alcuni cucchiai di latte di cocco fino ad ottenere un impasto omogeneo. Stendete l’impasto e ricavatene dei biscotti della forma che preferite.
Cuoceteli a 180° per circa 13 minuti. Una volta sfornati, spennellateli con il miele d’acacia e spolverizzateli di granella di cocco.

Ne ho fatta anche una versione senza miele per il mio babbo che è diabetico (e per vegani), spennellando i biscotti con del latte di cocco e poi spolverizzando con la granella di cocco.

La versione a cui mi sono ispirata, invece, la trovate qui

granella di cocco e miele d'acacia
Tralascerò di condividere approfonditamente con voi i vari commenti del resto della famiglia felina…

Fratello – Ma qual è l'ingrediente segreto? Il cartone?

Io – Papà, ti piacciono allora?
Lui, sgranocchiando il quarto biscotto – Mi fa fame…

Mamma – Io non li chiamerei biscotti…


firenze
Gatti di poca fede! 

A me questi biscotti sono piaciuti molto, anche nella loro versione originale. Certo, non ci si deve aspettare dei frollini burrosi e iperglicemici, ma è proprio questo il punto: mangiare senza strozzarsi le coronarie o dover fare un altro buco alla cintura!

Spero di ricevere commenti migliori da voi… :)


Un saluto e un abbraccio dalla vostra 

GattaMicciola 
 in trasferta (come avrete capito dalle foto!)
 

martedì 18 giugno 2013

Crema di carote al profumo di Thailandia

Cari Amici,

nonostante questo sia un non-blog di cucina, è necessario dare a Cesare quel che è di Cesare: quando mi capita di aver per le zampe una nuova ricetta sfiziosa, facile e che rende, mi va di condividerla subito.

Si sa come va la vita: si torna a casa a sera inoltrata col pelo un po' arruffato da un'intensa giornata di lavoro e impegni vari e si apre il frigo per scoprirvi dentro un panorama che, se non fosse per la differenza di temperatura, potrebbe competere a pieno titolo con una veduta del deserto del Kalahari. 

la verve del pepe

A questo punto si può sempre optare per:

a) andare a letto in compagnia di uno stomaco farfugliante
b) ri-uscire a caccia di un'oasi del ristoro che non si riveli, all'ultimo momento, un miraggio notturno causato dalla fame
c) fare di necessità virtù 

Per chi, come la sottoscritta, opta spesso e volentieri per la terza soluzione, quando le energie cerebrali sono anche loro ormai a fine giornata, viene in aiuto la rete.

Dopo aver individuato quei due o tre (evvabbé, facciamo anche uno e mezzo) ingredienti che anche le gatte più pigre hanno sempre in casa, basta digitarne i nomi in un motore di ricerca, che non per forza deve girare alla velocità di quello di una Ferrari, ed il gioco è fatto: in un attimo appaiono centinaia di ricette da cui farsi ispirare. 

Se poi avete già le vostre blogger preferite a cui chiedere soccorso, cercare fra le loro pagine sarà anche garanzia di qualità.

In una di queste suddette sere sahariane in cui gli unici abitanti del mio frigo erano delle timide carote ed una radice di zenzero dall'aria piuttosto distaccata, mi sono rivolta a Sabina, blogger di Due bionde in cucina che seguo ormai da qualche tempo, e le mie preghiere sono state subito esaudite.

Se non conoscete il blog di Sabina, vi invito a visitarlo: resterete incantati dalle bellissime immagini e dalla quantità di deliziose ricette.

ingredienti

In quella famosa sera Sabina proponeva proprio una vellutata di carote e zenzero 
che io ho leggermente rivisitato come segue, ribattezzandola

Crema di carote al profumo di Thailandia

Ingredienti (possibilmente bio)
Dosi per 2/3 persone normali (o per 1 gatta molto affamata)

1/2 kg di carote 
1 cipolla rossa di Tropea o uno scalogno
1 cm di radice di zenzero fresca
1/2 l di brodo vegetale bio senza lievito
scorza di limone
latte di cocco (anche in polvere), quantità a piacere

olio extravergine d'oliva
sale e pepe
una manciata di scaglie di mandorle 

Fate dorare la cipolla tagliata sottile con un goccio di olio extravergine d'oliva, aggiungete le carote e lo zenzero a rondelle, due o tre pezzetti di scorza di limone (o anche di più se lo gradite), unite il brodo, coprite e fate cuocere a fuoco dolce per 15 minuti. Passate tutto al minipimer, aggiungete del latte di cocco per mantecare e fino a raggiungere la proporzione dei gusti desiderata. Finite con una bella grattata di pepe nero e, volendo, alcune scaglie di mandorle.


crema di carote al profumo di Thailandia

Questa crema unisce al dolce delle carote la sensualità del latte di cocco per aprirsi alla freschezza della scorza di limone e chiudere scoppiettando con la verve del pepe. Rinfranca l'animo nelle gelide sere invernali mentre, servita a temperatura ambiente d'estate, rallegra spirito e stomaco (senza appesantire) e prepara all'abbronzatura. 
Questa versione, essendo senza latte vaccino, è adatta ai vegani, a chi è intollerante al latte e, scegliendo un brodo senza lievito, faremo un favore al nostro pancino.

Credetemi, non la lascerete più!

Aspetto i vostri commenti, le vostre sperimentazioni, i vostri suggerimenti... A presto!



GattaMicciola




lunedì 17 giugno 2013

La febbre shabby chic

Cari Amici,

il tanto atteso momento del secondo post di questo blog sembra essere arrivato…

– Tanto atteso… tiratela un po’ di meno... – staranno commentando alcuni di voi più o meno fra sé e sé.
Eppure, e non ci avrei mai creduto neanche io, qualcuno ieri mi ha rammentato i miei doveri di neo blogger (e quindi, in quanto neo, facilmente sbadata) con un SMS secco e perentorio spedito addirittura da oltremanica:
– Ma… il blog???

Bene, come avrete già capito dal titolo di questo post, mi sto accingendo ad ammorbarvi con la febbre di quello stile nostalgico, vintage, trasandato e diabeticamente romantico che, per comodità, da ora in poi chiameremo shabby (facendoci rientrare anche il country chic e il provenzale, passando per lo stile nordico), stile con il quale, per inciso, ho già evangelizzato amici e familiari fino alla terza generazione...

Non essendo un'esperta, ma solo un'appassionata, non starò qui a dare definizioni (per questo basta una buona googlata), ma cercherò di attaccarvi direttamente qualche bacillo.

nostalgic chic



Teorema: prendiamo una giovane Gatta cresciuta in un paese italiano dove la storia millenaria si respira insieme alla salsedine, attribuiamole un padre malato di antiquariato e una madre dalle mani d'angelo (scusate, ma fata mi sembrava un po' riduttivo), aggiungiamo che odia gli sprechi (indi: ama il recupero, il riciclo, il faidatechefaipertré), trasferiamola in un luogo (attenzione all'aggettivo che segue, provoca l'innalzamento della glicemia) pittoresco come l'angolo di terra fra le Alpi e il Reno denominato Svizzera Tedesca, facciamole incontrare un'altra Gatta matta per il brocantage, diamole la pragmatica necessità ed il puro piacere di ammobiliare un appartamento, spruzziamola di quella bruma nostalgica che troppo spesso e volentieri aleggia attorno alle gatte da marito in ritardo coi tempi di marcia, facciamole casualmente scoprire che esiste una vernice magica con cui si può dipingere sul legno senza scartavetrarlo prima, 
cosa otterremo (a parte il mal di testa da abuso di ipotesi)? 

Un vero e proprio coup de foudre.

shabby Zurigo

La vernice di cui parlo è, ovviamente, la Chalk Paint di Annie Sloan con cui si riescono a fare cose incredibili.

Appena scoperta, ho seguito un corso per imparare ad usarla (ma è talmente semplice che c'è ben poco da imparare) e, soprattutto, per acquistarla qui in Svizzera, cosa non sempre facile e, soprattutto, non sempre economicissima.

Ed ecco, vi presento la mia prima creazione. In questo caso la cavia è stata un quadretto, a dire il vero già molto shabby di suo, comprato al mercatino delle pulci, ma intrappolato in una cornice che definire orripilante sarebbe stato un complimento. Bene, ora quella cornice non esiste più. 


il primo lavoro con la Chalk Paint di Annie Sloan


Purtroppo, nella foga del volere cancellare per sempre quel mostro (nonchè del voler subito spennellare con le Annie Paint), ho dimenticato di fare una foto per il prima. Quindi vi beccate solo il dopo. Siate clementi... come primo lavoro non potete lamentarvi! Inoltre, dal vivo i colori rendono molto di più che in questa fotografia.

Dopo poco tempo, come prevedibile, le zampe della gatta hanno ripreso a prudere, soprattutto per la voglia di usare quel colore meraviglioso che è il Duck Egg Blue e così, da questo mobiletto portascarpe dall'aspetto piuttosto anonimo...


scarpiera prima

è nato questo piccolo gioiello che mi dà il benvenuto ogni volta che rientro a casa.
scarpiera dopo

Che ne pensate? Bastassero anche a noi un paio di passate di "uovo di papera" per rimetterci in sesto così, vero? ;)

Come starete giustamente immaginando la febbre shabby chic che ha colpito la Gatta non si ferma qui. Spulciatine ai mercatini delle pulci, restyling, recuperi di mobili e oggetti vecchi e non, idee per il fai da te, negozi specializzati dove andare a mettere naso e vibrisse a caccia di tesori qui in Svizzera, in Italia o altrove, o semplicemente segnalazioni di blog da cui lasciarsi ispirare... questo sarà uno dei temi preferiti di questo blog.


spulciando fra le pulci


Non vedo l'ora di raccontarvi (e mostrarvi) come, contro ogni aspettativa e parecchi tentativi – falliti, avete mai incontrato una gatta che non sia meravigliosamente testarda? – di farmi desistere – sono riuscita a tirar fuori l'anima shabby (molto nascosta) della cucina di mia madre. 

Ma questo è un altro post...


la peonia, romantica regina in shabby look

E con l'immagine di queste peonie felinamente "rubata" dal giardino della vicina auguro shabby dreams a tutti voi.


GattaMicciola