martedì 18 giugno 2013

Crema di carote al profumo di Thailandia

Cari Amici,

nonostante questo sia un non-blog di cucina, è necessario dare a Cesare quel che è di Cesare: quando mi capita di aver per le zampe una nuova ricetta sfiziosa, facile e che rende, mi va di condividerla subito.

Si sa come va la vita: si torna a casa a sera inoltrata col pelo un po' arruffato da un'intensa giornata di lavoro e impegni vari e si apre il frigo per scoprirvi dentro un panorama che, se non fosse per la differenza di temperatura, potrebbe competere a pieno titolo con una veduta del deserto del Kalahari. 

la verve del pepe

A questo punto si può sempre optare per:

a) andare a letto in compagnia di uno stomaco farfugliante
b) ri-uscire a caccia di un'oasi del ristoro che non si riveli, all'ultimo momento, un miraggio notturno causato dalla fame
c) fare di necessità virtù 

Per chi, come la sottoscritta, opta spesso e volentieri per la terza soluzione, quando le energie cerebrali sono anche loro ormai a fine giornata, viene in aiuto la rete.

Dopo aver individuato quei due o tre (evvabbé, facciamo anche uno e mezzo) ingredienti che anche le gatte più pigre hanno sempre in casa, basta digitarne i nomi in un motore di ricerca, che non per forza deve girare alla velocità di quello di una Ferrari, ed il gioco è fatto: in un attimo appaiono centinaia di ricette da cui farsi ispirare. 

Se poi avete già le vostre blogger preferite a cui chiedere soccorso, cercare fra le loro pagine sarà anche garanzia di qualità.

In una di queste suddette sere sahariane in cui gli unici abitanti del mio frigo erano delle timide carote ed una radice di zenzero dall'aria piuttosto distaccata, mi sono rivolta a Sabina, blogger di Due bionde in cucina che seguo ormai da qualche tempo, e le mie preghiere sono state subito esaudite.

Se non conoscete il blog di Sabina, vi invito a visitarlo: resterete incantati dalle bellissime immagini e dalla quantità di deliziose ricette.

ingredienti

In quella famosa sera Sabina proponeva proprio una vellutata di carote e zenzero 
che io ho leggermente rivisitato come segue, ribattezzandola

Crema di carote al profumo di Thailandia

Ingredienti (possibilmente bio)
Dosi per 2/3 persone normali (o per 1 gatta molto affamata)

1/2 kg di carote 
1 cipolla rossa di Tropea o uno scalogno
1 cm di radice di zenzero fresca
1/2 l di brodo vegetale bio senza lievito
scorza di limone
latte di cocco (anche in polvere), quantità a piacere

olio extravergine d'oliva
sale e pepe
una manciata di scaglie di mandorle 

Fate dorare la cipolla tagliata sottile con un goccio di olio extravergine d'oliva, aggiungete le carote e lo zenzero a rondelle, due o tre pezzetti di scorza di limone (o anche di più se lo gradite), unite il brodo, coprite e fate cuocere a fuoco dolce per 15 minuti. Passate tutto al minipimer, aggiungete del latte di cocco per mantecare e fino a raggiungere la proporzione dei gusti desiderata. Finite con una bella grattata di pepe nero e, volendo, alcune scaglie di mandorle.


crema di carote al profumo di Thailandia

Questa crema unisce al dolce delle carote la sensualità del latte di cocco per aprirsi alla freschezza della scorza di limone e chiudere scoppiettando con la verve del pepe. Rinfranca l'animo nelle gelide sere invernali mentre, servita a temperatura ambiente d'estate, rallegra spirito e stomaco (senza appesantire) e prepara all'abbronzatura. 
Questa versione, essendo senza latte vaccino, è adatta ai vegani, a chi è intollerante al latte e, scegliendo un brodo senza lievito, faremo un favore al nostro pancino.

Credetemi, non la lascerete più!

Aspetto i vostri commenti, le vostre sperimentazioni, i vostri suggerimenti... A presto!



GattaMicciola




lunedì 17 giugno 2013

La febbre shabby chic

Cari Amici,

il tanto atteso momento del secondo post di questo blog sembra essere arrivato…

– Tanto atteso… tiratela un po’ di meno... – staranno commentando alcuni di voi più o meno fra sé e sé.
Eppure, e non ci avrei mai creduto neanche io, qualcuno ieri mi ha rammentato i miei doveri di neo blogger (e quindi, in quanto neo, facilmente sbadata) con un SMS secco e perentorio spedito addirittura da oltremanica:
– Ma… il blog???

Bene, come avrete già capito dal titolo di questo post, mi sto accingendo ad ammorbarvi con la febbre di quello stile nostalgico, vintage, trasandato e diabeticamente romantico che, per comodità, da ora in poi chiameremo shabby (facendoci rientrare anche il country chic e il provenzale, passando per lo stile nordico), stile con il quale, per inciso, ho già evangelizzato amici e familiari fino alla terza generazione...

Non essendo un'esperta, ma solo un'appassionata, non starò qui a dare definizioni (per questo basta una buona googlata), ma cercherò di attaccarvi direttamente qualche bacillo.

nostalgic chic



Teorema: prendiamo una giovane Gatta cresciuta in un paese italiano dove la storia millenaria si respira insieme alla salsedine, attribuiamole un padre malato di antiquariato e una madre dalle mani d'angelo (scusate, ma fata mi sembrava un po' riduttivo), aggiungiamo che odia gli sprechi (indi: ama il recupero, il riciclo, il faidatechefaipertré), trasferiamola in un luogo (attenzione all'aggettivo che segue, provoca l'innalzamento della glicemia) pittoresco come l'angolo di terra fra le Alpi e il Reno denominato Svizzera Tedesca, facciamole incontrare un'altra Gatta matta per il brocantage, diamole la pragmatica necessità ed il puro piacere di ammobiliare un appartamento, spruzziamola di quella bruma nostalgica che troppo spesso e volentieri aleggia attorno alle gatte da marito in ritardo coi tempi di marcia, facciamole casualmente scoprire che esiste una vernice magica con cui si può dipingere sul legno senza scartavetrarlo prima, 
cosa otterremo (a parte il mal di testa da abuso di ipotesi)? 

Un vero e proprio coup de foudre.

shabby Zurigo

La vernice di cui parlo è, ovviamente, la Chalk Paint di Annie Sloan con cui si riescono a fare cose incredibili.

Appena scoperta, ho seguito un corso per imparare ad usarla (ma è talmente semplice che c'è ben poco da imparare) e, soprattutto, per acquistarla qui in Svizzera, cosa non sempre facile e, soprattutto, non sempre economicissima.

Ed ecco, vi presento la mia prima creazione. In questo caso la cavia è stata un quadretto, a dire il vero già molto shabby di suo, comprato al mercatino delle pulci, ma intrappolato in una cornice che definire orripilante sarebbe stato un complimento. Bene, ora quella cornice non esiste più. 


il primo lavoro con la Chalk Paint di Annie Sloan


Purtroppo, nella foga del volere cancellare per sempre quel mostro (nonchè del voler subito spennellare con le Annie Paint), ho dimenticato di fare una foto per il prima. Quindi vi beccate solo il dopo. Siate clementi... come primo lavoro non potete lamentarvi! Inoltre, dal vivo i colori rendono molto di più che in questa fotografia.

Dopo poco tempo, come prevedibile, le zampe della gatta hanno ripreso a prudere, soprattutto per la voglia di usare quel colore meraviglioso che è il Duck Egg Blue e così, da questo mobiletto portascarpe dall'aspetto piuttosto anonimo...


scarpiera prima

è nato questo piccolo gioiello che mi dà il benvenuto ogni volta che rientro a casa.
scarpiera dopo

Che ne pensate? Bastassero anche a noi un paio di passate di "uovo di papera" per rimetterci in sesto così, vero? ;)

Come starete giustamente immaginando la febbre shabby chic che ha colpito la Gatta non si ferma qui. Spulciatine ai mercatini delle pulci, restyling, recuperi di mobili e oggetti vecchi e non, idee per il fai da te, negozi specializzati dove andare a mettere naso e vibrisse a caccia di tesori qui in Svizzera, in Italia o altrove, o semplicemente segnalazioni di blog da cui lasciarsi ispirare... questo sarà uno dei temi preferiti di questo blog.


spulciando fra le pulci


Non vedo l'ora di raccontarvi (e mostrarvi) come, contro ogni aspettativa e parecchi tentativi – falliti, avete mai incontrato una gatta che non sia meravigliosamente testarda? – di farmi desistere – sono riuscita a tirar fuori l'anima shabby (molto nascosta) della cucina di mia madre. 

Ma questo è un altro post...


la peonia, romantica regina in shabby look

E con l'immagine di queste peonie felinamente "rubata" dal giardino della vicina auguro shabby dreams a tutti voi.


GattaMicciola

domenica 9 giugno 2013

Torta di mirtilli rossi - Preiselbeerkuchen

Io — Sai, ho deciso di scrivere un blog...
Un mio amico – E di cosa parlerai?
Io — Ehm... Boh?

Direi che come inizio non c'è male: non trovate? Quale modo migliore per cominciare a scrivere il non sapere di cosa scrivere?
Un non-blog. Un modo sicuro per avere molti non-lettori che pubblicano valanghe di non-commenti...

Eppure è da un bel po' che mi frulla in testa questa idea... In realtà quello che mi spinge a iniziare questa nuova avventura (che non so dove mi porterà) è la voglia di comunicare, di tornare a usare la parola scritta per sentirmi parte del mondo, di condividere esperienze piccole e grandi, passioni e idee con altre persone e, perchè no, magari di fare nuove amicizie.

Lo so, il nome del blog dice tutto e niente: Gattamicciola è uno pseudonimo che si riferisce alla mia passione per i gatti, ma anche al mio carattere. Mi sono sempre sentita molto gatta, ma anche un po' "micciola", un po' pazza, un po' lunatica, un po' imprevedibile.

Ho pensato di inaugurare questo blog che parlerà di fusa, sogni e altre dolcezze proprio con la ricetta di un dolce... — un altro blog di cucina! — dirà qualcuno — se ne sentiva proprio la mancanza... 
Tranquilli, questo non è un blog di cucina.
— Sì ma, allora, è un blog di cosa?
Parafrasando il poeta direi — Lo scoprirò solo scrivendo... (e voi, ovviamente, leggendo, se ne avrete voglia).

Ma veniamo a cose più serie, cioè alle dolcezze.

Questa torta l'ho assaggiata alcuni anni fa in casa di una famiglia tedesca. Dopo la prima forchettata mi ero già sollevata di alcuni centimetri dal terreno e stavo spiccando il volo verso il paradiso dei sensi. Ottenuta la ricetta per vie che ora non sto qui a spiegarvi, ecco che oggi ho deciso di cimentarmi nel primo tentativo. 

I motivi che mi hanno spinto a lanciarmi sono tanti:
  • l'inaugurazione del blog;
  • la voglia di usare quel pacchetto di mirtilli rossi prigioniero da alcuni mesi nel mio congelatore;
  • Ma, soprattutto, l'invito al compleanno di una mia carissima amica (invito che contemplava la possibilità di soddisfare la non trascurabile esigenza di condividere l'attentato calorico con altre vittime e di evitare così che soggiornasse troppo a lungo nel mio frigo pronto a tentarmi con sguardi languidi ad ogni apertura). 
A festa finita posso dire che la torta sembra essere stata gradita, ovviamente col senno di poi apporterei alcune modifiche che vi dirò dopo.




Torta di mirtilli rossi - Preiselbeerkuchen

Ingredienti (possibilmente bio)

250 g di burro ammorbidito
250 g di farina (per questa versione ho usato la farina bianca, ma sarebbe interessante provare con della farina integrale, per esempio di farro)
4 uova di galline felici
250 g di zucchero
1 bustina di zucchero vanigliato
1 bustina di lievito per dolci
250 g di panna acida
150 g di mandorle pelate e tritate (qui ho usato le mandorle in scaglie, ma opterei senza dubbio per quelle tritate)
500 g di mirtilli rossi
zucchero a velo


Ingredienti

Mescolare la farina, lo zucchero, le uova, il burro, il lievito, lo zucchero vanigliato fino a ottenere un composto omogeneo e spumoso.

Preriscaldare il forno a 175 ° scegliendo la modalità "ventilato". Imburrare e infarinare una teglia e cuocere tre dischi di pasta. Per la cottura sono sufficienti 12/14 minuti.

Mescolare le mandorle tritate alla panna acida (Questa operazione può esser fatta il giorno prima per permettere alla crema di insaporirsi).

Ricoprire un disco di pasta con uno strato di crema di mandorle e panna acida e i mirtilli rossi. Ripetere la stessa operazione con il secondo strato. Per finire ricoprire l'ultimo disco di pasta di zucchero a velo e guarnire a piacere con alcuni mirtilli e/o mandorle in scaglie.


Modifiche: mischierei i mirtilli direttamente con le mandorle e la panna, il giorno precedente, per rendere più facile la decorazione (senza palline rosse che scappano di qua e di là ;) e rendere anche più "succosa" la farcitura, nonchè evitare lo sfacelo al momento del taglio.

Se decidete di cimentarvi anche voi con questa delizia, fatemi sapere. Aspetto i vostri commenti/suggerimenti.



Buon appetito!


E così concludo il primo post del mio blog... che emozione sarà cliccare su "pubblica".
Qualcuno mi leggerà? Qualcuno proverà a preparare questo dolce? Chissà!






E con una spruzzata di zucchero a velo vi auguro la buonanotte!


GattaMicciola